La risonanza magnetica è un esame diagnostico che consente di ottenere immagini anatomiche, tridimensionali, senza esporre il paziente che ne ha necessità ad eventuali rischi per la sua salute.
Si utilizza con frequenza per scoprire e identificare malesseri fisici, oltre che per monitorare l’andamento di trattamenti intrapresi dal paziente.
La risonanza magnetica si basa su una tecnologia sofisticata che eccita e rileva il cambio di direzione dell’asse rotazionale dei protoni presenti nella componente acquosa dei tessuti viventi.
Scopriamo tutte le informazioni utili sulla risonanza magnetica nell’approfondimento di oggi del Centro Radiologico Borgomanero.
Che cosa avviene durante la risonanza magnetica
Durante lo svolgimento della risonanza magnetica si ha la circolazione di corrente elettrica attraverso fili a spirale (bobine), utile a creare un campo magnetico temporaneo sul corpo del paziente. Le onde radio vengono inviate e ricevute dall’apparecchio tramite un trasmettitore/ricevitore; questi segnali sono utilizzati per creare immagini digitali dell’area di corpo scansionata.
La durata della scansione non è definita ma variabile: nella stragrande maggioranza dei casi, l’intervallo di tempo richiesto oscilla tra i 20 e i 90 minuti, a secondo la parte del corpo studiata.
Per alcuni esami di risonanza magnetica vengono somministrati farmaci come i mezzi di contrasto al gadolinio, per modificare il contrasto dell’immagine RM. Questi farmaci basati sul gadolinio sono basati su metalli rari; vengono iniettati tramite endovena nel braccio.
Per procedere con l’esecuzione dell’esame diagnostico, al paziente sarà chiesto di sdraiarsi su un lettino che scorre all’interno dell’apparecchio, fatto a tunnel, nel caso non si faccia ricorso alla risonanza magnetica aperta. La scansione può richiedere tempo, durante il quale il soggetto deve rimanere fermo, ma senza percepire dolore. L’apparecchio genera rumore ma è possibile richiedere tappi auricolari.
Quando svolgere l’esame
La risonanza magnetica fornisce informazioni utili in svariate condizioni e procedure diagnostiche, quali:
- Anomalie del cervello e del midollo spinale;
- Malessere a mammella, prostata e fegato;
- Lesioni o anomalie articolari;
- Analisi della struttura e funzionalità cardiaca;
- Verifica delle aree di attivazione del cervello;
- Monitoraggio del flusso attraverso vasi e arterie;
- Visualizzazione della composizione chimica dei tessuti.
Oltre a questi impieghi diagnostici, l’RM può anche essere impiegata per guidare alcune procedure interventistiche.
L’esame è particolarmente indicato per lo studio di parti non ossee o dei tessuti molli del corpo. Dà informazioni diverse dalla TAC, perché non impiega le radiazioni ionizzanti nocive dei raggi X. Cervello, midollo spinale e nervi, come pure muscoli, legamenti e tendini, sono molto più evidenti attraverso la risonanza che non su quelle radiologiche e TAC, perciò questo esame è spesso richiesto per le lesioni di ginocchio e spalla.